L’17 luglio è la Giornata mondiale delle Emoji, la festa che celebra questi simpatici simboli che sono ormai diventati parte integrante della nostra comunicazione quotidiana.
Gli emoji sono nati in Giappone alla fine degli anni ’90 e il loro nome deriva dalla parola giapponese “e” (immagine) e “moji” (carattere).
Inizialmente erano utilizzati principalmente nei messaggi di testo, ma oggi vengono utilizzati in una varietà di contesti, tra cui e-mail, social media, messaggistica istantanea e persino nelle conversazioni dal vivo.
Gli o le emoji hanno riscosso il loro enorme successo grazie alla loro capacità di esprimere emozioni in modo rapido e conciso. Possono essere utilizzati per trasmettere tantissime emozioni, dalla gioia alla tristezza, dall’amore all’odio. Possono anche essere utilizzati per aggiungere umorismo o sarcasmo alla comunicazione.
Gli emoji sono popolari soprattutto tra i giovani, in particolare tra la Generazione Z. Un recente studio di Adobe ha rilevato che il 92% della Generazione Z utilizza gli emoji, rispetto al 73% dei Millennials e al 53% della Generazione X.
Lo studio afferma inoltre che le emoji in realtà sono molto di più che semplici simboli, sono in grado di:
- migliorare la capacità di autoespressione
- rendono le conversazioni divertenti e migliorano la salute mentale.
- sviluppano empatia, comprensione e connessione.
- sono la nuova lingua dell’amore e vengono utilizzate sia per costruire che per rompere i rapporti.
- usate sul lavoro migliorano l’efficienza, aumentano la creatività e aiutano a costruire relazioni più forti.
Sono un modo per esprimerci e connettersi con gli altri in una maniera nuova e innovativa e rappresentano un linguaggio universale che può essere compreso da persone di tutto il mondo.
Le emoji non sempre significano quello che crediamo.
In realtà la metà delle persone usa le emoji in modo del tutto differente rispetto al loro naturale significato.
Questo primato spetta proprio alla Gen-z, la generazione che ammette di fare un uso completamente diverso delle emoji rispetto al loro significato esplicito.
Per questi motivi circa la metà degli utenti spesso invia emoji che sono state interpretate male o fuori contesto.
Di seguito il podio delle emoji maggiormante fraintese dagli utenti:
- 🤠
- 🍒
- 🙃
L’intimo rapporto della Generazione Z con gli emoji
La Generazione Z è la prima generazione a crescere con gli emoji. Hanno imparato a usarli prima ancora di imparare a scrivere. Per loro, gli emoji non sono solo un modo per comunicare, ma anche un modo per esprimere la propria personalità.
Un recente studio di Statista ha rilevato che circa la totalità ovvero il 92% della Generazione Z utilizza gli emoji per comunicare.
Sono decisamente più inclini ad usare gli emoji rispetto agli adulti quando si tratta di esprimere emozioni, come la felicità, la tristezza, l’amore e la rabbia.
Le emoji per flirtare e costruire relazioni.
Anche nel mondo degli incontri e delle relazioni sentimentali gli emoji sono diventati un indicatore di come gli utenti percepiscono lo stato di salute delle loro relazioni sentimentali.
Ecco la classifica deIle prime tre emoji che vengono utilizzare quando si flirta con qualcuno:
- 😘
- 🥰
- 😍
Questa invece la classifica delle emoji utilizzate quando si interrompe una relazione o un rapporto:
- 💩
- 😠
- 🍆
Come mostra il grafico seguente, ben uno su tre della Gen Z ha interrotto una relazione con qualcuno usando un’emoji.
Nel frattempo, il 58% della fascia di età afferma di avere maggiori probabilità di avere un secondo o terzo appuntamento con qualcuno che comunica usando le emoji.
Il futuro delle emoji
Gli emoji saranno sempre più popolari e il loro uso è destinato a crescere in futuro.
Sono un modo per comunicare in modo rapido e conciso, e possono essere utilizzati per esprimere una vasta gamma di emozioni. Sono anche un modo per connettersi con gli altri in maniera personale ed esclusiva.
Il futuro degli emoji è luminoso. Gli utenti che usano le emoji continuano a desiderarne sempre di nuove e sempre più inclusive e rappresentative.
Le emoji continuano a evolversi e a svilupparsi, e diventeranno sempre più importanti nella nostra comunicazione quotidiana.